DOUBLE_SCAN_ 43°50’51”N 18°21’23”E
Concept, choreography & movement: Silvia Alfei
Installation project & visuals: Fabio Volpi Dies_
Sound: Andrea Viti
Production: IN MAGMA
2022/23
“Rosso è il sangue versato, il fiore violato. Rosso è il cuore che non dimentica”
Sarajevo: 43°50’51”N 18°21’23”E
12 aprile 2022: trent’anni dall’assedio di Sarajevo.
A partire dalla memoria di quei giorni, il collettivo IN MAGMA incentra una riflessione sui conflitti che attualmente sconvolgono diverse zone del mondo.
Luhans’k 48° 34’ 01”N 39° 19’ 01”E Cherson 46° 38’ 0” N, 32° 35’ 0” E Saratov 51° 33’ 0” N, 46° 0’ 0” E Halab: 34° 57’ 00”N 36° 04’ 00”E
al-Raqqa: 35°57’00”N 39°00’36”E Al-Hasaka 36°30’42”N 40°44’32”E Baghdād: 33° 20’ 26”N 44° 24’ 03”E Kābul: 34° 31’ 58” N 69° 09’ 57”E
Ghazza: 31° 31’ 0” N 34° 27’ 0” E Kobânê: 36°53’23”N 38°21’20”E Hapakant: 25° 36’ 46”N 96° 18’ 41”E Khartum: 15° 34’ 48”N 32° 31’ 12”E
Dār Fūr: 15° 30’ 00” N 25° 30’ 00” E Tigrai: 13° 34’ 30”N 39°05’15”E Muqdisho: 2° 02’ 21”N 45° 20’ 31”E Sahel: 17° 00’ 00” N 2° 00’ 00” E
Jos: 10° 00’ 00” N 9° 30’ 00” E Cabo Delgado: -12° 30’ 00” Sud 39° 00’ 00” E Kibali-Ituri: 1° 51’ 00” N 29° 58’ 00” E
Ma’rib: 15° 25’ 20” N 45° 22’ 07” Eal Hazm 15° 20’ 54”N 44° 12’ 23”E
Lo spazio della performance è costituito da un’installazione realizzata da Fabio Volpi nella quale la luce di due proiettori contrapposti è filtrata dalla superficie di una serie di dipinti e si trasfigura in sinergia con l’incedere del suono a cura di Andrea Viti.
Attraverso riflessi e lampi di luce che investono due pannelli speculari, si crea un corridoio centrale: uno spazio che allude alle terre di nessuno e alle zone di confine dove infuria la guerra.
Silvia Alfei incarna lo stato di spaesamento e sradicamento insito a ogni zona bellica interagendo con questo spazio conteso attraverso l’azione e il movimento, generando immagini che respirano vive e incidono profondamente sulla dimensione emotiva.
Si offre così l’equivalente sensoriale dell’aspetto dualistico e divisivo delle situazioni di conflitto, nel contempo la separazione tra pubblico e performer viene annullata posizionando lo spettatore all’interno dello spazio performativo come parte integrante dell’esperienza.
“Red is the blood shed, the violated flower. Red is the heart that won’t forget.”